Perché gli adolescenti in gruppo assumono comportamenti più a rischio?
Un pensiero comune dei genitori rispetto i propri figli, è immaginare il mondo come qualcosa di pericoloso ed insidioso…“mio figlio farà bene?…prenderà la giusta scelta?…comprenderà il pericolo? questo articolo prova a spiegare “Perché gli adolescenti in gruppo assumono comportamenti più a rischio”.
Di solito quando apriamo facebook, un giornale o accendiamo la TV, capita di trovare notizie di adolescenti che hanno compiuto azioni sbagliate o imprudenti: uso di sostanze, comportamenti pericolosi, violenti o aggressivi.
Studi recenti mettono in luce come gli adolescenti tendono ad effettuare scelte più rischiose rispetto a bambini ed adulti come bere alcool, fumare, attività sessuale, violenza, criminalità e incidenti stradali (Steinberg, 2008).
Alcuni autori attribuiscono il comportamento rischioso degli adolescenti alla corteccia pre-frontale sottosviluppata (parte del cervello “responsabile” della pianificazione\regolazione del comportamento e delle capacità di essere razionali e non impulsivi). Questa zona del nostro cervello subisce variazioni durante il periodo dell’adolescenza, e proprio questo potrebbe essere motivo per quale il comportamento a rischio si modifica nel tempo (Somerville, 2010).
Un secondo motivo che si ipotizza essere responsabile dei comportamenti a rischio, riguarda la “ricompensa” che ne deriva; per ricompensa, si intendono fattori come il denaro, le ricompense sociali, il cibo, ecc… (Galván, 2013). Anche la parte del nostro cervello deputata al sistema della ricompensa (lo striato) si modifica durante il periodo dell’adolescenza.
In uno studio condotto da Chein è stato messo in luce come i coetanei, nel periodo dell’adolescenza, sono un fattore importante nei processi decisionali. La ricerca ha messo a confronto adolescenti con un range di età 14-18 anni, 19-22 anni e 24-29 anni; lo studio è stato condotto tramite una simulazione nel processo decisionale durante la guida.
LO STUDIO
È stata utilizzata un’attività di guida simulata nota come attività Stoplight; nell’attività il soggetto guida un’auto simulata su una strada dritta. Durante la guida, il soggetto deve attraversare 20 incroci, ognuno dei quali ha un semaforo che diventa giallo quando il soggetto si avvicina ad esso. Il soggetto deve scegliere se passare con il semaforo giallo o frenare ad ogni incrocio. A volte, se il soggetto sceglie di passare attraverso con il giallo, il suo veicolo si schianta contro un altro veicolo.
Inoltre, ai partecipanti è stato detto in anticipo che c’era una ricompensa monetaria in base alla velocità con cui completavano il percorso. Tuttavia, per ogni incidente, sarebbe stata attuata una penalità maggiore di quella che avrebbero pagato nel caso avessero aspettato che la luce tornasse verde.
Quando i soggetti erano “in macchina” da soli, gli adolescenti compievano comportamenti molto simili a giovani ed adulti. Tuttavia, quando era presente un pari, gli adolescenti avevano molte più probabilità di prendere decisioni rischiose e di schiantarsi in auto (Chein, et al., 2011).
Il risultato di questo studio ha quindi ipotizza che il “solo sapere di essere osservati da un pari” porta un’alta influenza, pertanto, la presenza effettiva di un pari potrebbe influire maggiormente ancora.
Cosa significa tutto ciò?
Significa che gli adolescenti sono particolarmente sensibili alla ricompensa, in particolare alla “ricompensa sociale”. Anche se un genitore ha la consapevolezza del proprio figlio come “adolescente con comportamenti attenti e sicuri”, può essere che in condizioni sociali con coetanei, possa essere più difficile prendere decisioni altrettanto sicure. La ricompensa sociale percepita dalle scelte rischiose è molto importante per gli adolescenti e può avere il potere di sovrastare il controllo degli impulsi.
Conclusioni
Innanzitutto, non bisogna dare per scontato che un adolescente (un figlio) non possa prendere decisioni razionali semplicemente perché è un adolescente. In effetti, ci sono studi in cui gli adolescenti mostrano un maggiore controllo degli impulsi rispetto alle loro controparti adulte (Teslovich, et al., 2013). Ma è importante tenere presente che il loro controllo degli impulsi potrebbe indebolirsi nelle situazioni sociali con i coetanei (Somerville, 2011).
In sintesi, non bisogna perdere la fiducia nella capacità degli adolescenti nel comportarsi in modo razionale e sicuro, ma potrebbe essere opportuno parlargli e discutere di quanto detto in questo studio, prima di partire in una macchina piena di coetanei.
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